La mostra

IL PROGETTO ESPOSITIVO

La mostra indaga per la prima volta Pop Art e Beat Generation in Italia: un percorso sintetizzato dallo slogan “Liberi di sognare”, che ben corrisponde al sentimento di fondo di quel periodo, prima del tragico risveglio degli anni di piombo. La sezione Pop presenta cento opere selezionate di 35 artisti privilegiando i grandi formati, spettacolarizzati da un’ampia sezione di sculture. La temperatura Beat in mostra sarà garantita dalla musica di quegli anni, diffusa in loop e rappresentata dai rari documenti originali di Gianni Milano, mentore di un’intera generazione, Aldo Piromalli, Andrea d’Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri, nonché della vicenda artistica militante dell’Antigruppo siciliano.

Mentre negli Stati Uniti, dalla fine degli anni quaranta, si afferma la Beat Generation di Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, William S. Burroughs e molti altri, oltre un decennio prima della Pop Art capitanata da Andy Warhol si assiste in Italia, tra il 1962 e il 1965, a una sorta di contemporanea presa di coscienza pop nelle arti, nella letteratura e nella musica, che si fa interprete dei mutamenti sociali, politici e culturali del periodo e delle istanze provenienti dalle piazze, dalle università, dalle fabbriche. La Beat italiana avrà invece uno sviluppo tardivo rispetto alle novità in pittura, con diffusione significativa dagli inizi degli anni settanta: una letteratura che partì anch’essa “dal basso”, spesso nelle zone più disagiate e periferiche dell’Italia, lontano dalle dorate capitali delle case editrici verso cui spesso i suoi interpreti avanzeranno critiche e rivendicazioni. Avallando il parere diffuso che gli anni dieci e gli anni sessanta sono stati i due decenni cardine per le arti nel nostro Paese, Pop Beat Italia è un progetto multidisciplinare che fa tesoro di questo orientamento, con una proposta interconnessa tra le varie forme espressive coinvolte: dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla musica e alla letteratura.

LA POP ART IN ITALIA

L’esposizione presenta l’unicità propositiva e la statura assoluta della Pop italiana in Europa nonché le differenze sostanziali e l’autonomia degli artisti italiani rispetto a quelli americani, orientati i primi non solo all’evidenza dei prodotti di consumo della società di massa amplificati dalla pubblicità, ma sensibili al Futurismo, prima avanguardia storica del Novecento.

Il percorso ha inizio con alcuni tra i precursori di tale sensibilità: Mimmo Rotella, Enrico Baj, Pino Pascali e molti altri, evidenziando la saldatura con le esperienze del Gruppo di Piazza del Popolo a Roma, di cui Mario Schifano fu autentico protagonista, e degli artisti limitrofi alla Galleria Marconi di Milano, ricostruendo così una geografia complessiva degli interpreti più unitaria e di respiro nazionale: Milano e Roma quindi, ma anche Torino, Bologna, Firenze e Napoli.

Sono presenti opere di Valerio Adami, Franco Angeli, Enrico Baj, Paolo Baratella, Roberto Barni, Gianni Bertini, Umberto Bignardi, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Fernando De Filippi, Bruno Di Bello, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi, Sergio Lombardo, Roberto Malquori, Renato Mambor, Umberto Mariani, Gino Marotta, Titina Maselli, Fabio Mauri, Aldo Mondino, Ugo Nespolo, Pino Pascali, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Sergio Sarri, Mario Schifano, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni, Cesare Tacchi, Emilio Tadini.

LA BEAT IN ITALIA

Quanto alla letteratura beat, verranno proposti autori “randagi agnelli angeli fottuti” – secondo la definizione di Gianni De Martino – quali Aldo Piromalli, Gianni Milano, Andrea d’Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri, nonché la vicenda artistica militante dell’Antigruppo siciliano guidato dalla figura carismatica di Nat Scammacca, sicuramente meno indagata fino a oggi rispetto all’attività del Gruppo 63 di Eco, Pagliarani e Sanguineti.

Saranno inoltre rivisitate le esperienze collettivistiche delle feste al Parco Lambro di Milano del 1974-1976 e del Festival della Poesia di Castelporziano del 1979, con proiezioni video e testimonianze dirette dell’evento. Tra queste Castelporziano, Ostia dei poeti, un film di Andrea Andermann, prodotto dalla Rada Film, è presente con un’apposita breve selezione ed altri materiali dedicati. Un’ampia sezione documentaria dell’epoca sarà esposta in mostra, così come sarà dato ampio rilievo alla musica beat/pop, diffusa in forma di “doccia sonora” all’interno di tutto il percorso espositivo.

GLI EVENTI COLLATERALI

La mostra sarà la miccia di una ricchissima serie di eventi collaterali ad hoc, proposti in alcuni dei principali luoghi monumentali della città di Vicenza, grazie all’impegno degli assessorati alla Cultura, al Turismo e all’attrattività della città; all’Istruzione; alle Politiche giovanili, digitalizzazione e innovazione. In programma per tutta la durata della mostra una serie di eventi che spazierà dalle performance alle proiezioni, dai teatri ai concerti fino a programmi didattici rivolti alle scuole. Un palinsesto che coinvolge tutta la città di Vicenza in una grande festa collettiva.

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