Hai mai sentito dire che per sentirti meglio non devi fare nulla? Ecco, con Shavasana questa idea diventa realtà. Nessun esercizio complicato, nessuna postura da contorsionista: solo tu, steso sul tappetino, occhi chiusi e respiro naturale. Sembra troppo bello per essere vero, eppure è proprio così.
Shavasana, o "Corpse Pose", è una delle posizioni yoga più semplici dal punto di vista fisico, ma anche tra le più profonde e trasformative. Ed è sorprendente scoprire quanta differenza possa fare qualche minuto di immobilità consapevole. In un mondo che corre veloce, questa posa ti invita a fermarti. E a lasciarti andare, completamente.
Cos'è Shavasana e perché è così speciale
Il nome sanscrito Shavasana significa letteralmente “posizione del cadavere”. Un po' inquietante a prima vista, ma in realtà si riferisce all'idea di abbandonare ogni sforzo, come se il corpo non avesse più bisogno di muoversi o controllare. È la posa con cui si chiude tradizionalmente una sessione di yoga, ma può anche essere praticata da sola, in qualsiasi momento della giornata.
Nonostante l'apparente semplicità, Shavasana è tutt'altro che banale. Restare immobili, vigili e presenti senza addormentarsi o perdersi nei pensieri è una vera e propria pratica di consapevolezza. È un invito a sospendere il “fare” per tornare semplicemente all'“essere”.
I benefici di Shavasana: più profondi di quanto immagini
Questa posizione ha effetti potenti sul corpo e sulla mente. Ti rilassi, certo. Ma succede molto di più.
Dal punto di vista mentale, Shavasana riduce lo stress attivando il sistema nervoso parasimpatico (quello del “riposo e rigenerazione”), aiuta a calmare la mente, migliora la qualità del sonno e può avere un effetto positivo su ansia e stati emotivi altalenanti.
Anche fisicamente i benefici sono evidenti: rilassando completamente i muscoli, Shavasana contribuisce a sciogliere tensioni croniche, abbassare la pressione sanguigna e regolare la frequenza cardiaca. È una pausa rigenerante per l'intero sistema corpo-mente, una specie di reset fisiologico ed emotivo.
E poi c'è qualcosa di più sottile: questo tipo di rilassamento profondo aiuta a integrare la pratica yoga appena svolta (se la fai alla fine di una lezione) e a creare uno spazio di silenzio che può diventare la porta d'accesso a una forma spontanea di meditazione.
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Come si fa Shavasana: guida pratica passo dopo passo
Fare Shavasana è semplice, ma per godere appieno dei suoi benefici conviene seguire alcune indicazioni.
- Sdraiati sulla schiena, preferibilmente su un tappetino o una superficie comoda ma non troppo soffice (il letto, per esempio, non è l'ideale).
- Allunga le gambe e lascia che i piedi cadano naturalmente verso l'esterno.
- Posiziona le braccia lungo i fianchi, leggermente distanziate dal corpo, con i palmi rivolti verso l'alto.
- Chiudi gli occhi e porta l'attenzione al respiro. Non cercare di modificarlo: semplicemente ascoltalo.
- Rilassa ogni parte del corpo, in modo graduale, dalla punta dei piedi fino alla sommità della testa. Puoi anche accompagnare mentalmente questo rilascio, parte dopo parte.
- Resta così per 5-10 minuti, o anche di più, se ti senti a tuo agio.
Durante la pratica, possono emergere pensieri o distrazioni. Nessun problema: osserva tutto ciò che arriva, poi torna gentilmente al respiro o alle sensazioni del corpo.
Accorgimenti utili per una Shavasana ancora più confortevole
Anche se la posizione è molto semplice, piccoli aggiustamenti possono renderla ancora più benefica.
- Se hai fastidi alla zona lombare, puoi piegare leggermente le ginocchia o mettere un cuscino sotto di esse.
- Se senti freddo, copriti con una coperta leggera: il corpo tende a raffreddarsi durante il rilassamento profondo.
- In ambienti rumorosi o troppo luminosi, puoi usare una mascherina sugli occhi o una benda per creare buio e facilitare la concentrazione interna.
- Se ti è difficile rilassarti da subito, puoi farti guidare da una voce registrata o da un insegnante attraverso una breve meditazione del corpo (body scan).
Quando e quanto praticarla
Shavasana si pratica solitamente alla fine di una lezione di yoga, ma nulla ti vieta di farla da sola, come pausa rigenerante durante la giornata o come rituale serale per favorire il sonno.
Non serve molto tempo: anche solo 5 minuti possono fare la differenza. Se hai più tempo, 15 o 20 minuti permettono un rilassamento ancora più profondo.
Fermarsi non è perdere tempo, è ritrovarlo
Viviamo in un mondo in cui “fare” è sinonimo di valore. Ma è proprio nella pausa, nel silenzio e nell'immobilità consapevole che possiamo riscoprire il nostro equilibrio. Shavasana ci insegna questo: che non fare nulla, quando lo si fa con intenzione, può essere la pratica più potente di tutte.
La prossima volta che ti senti stanco, confuso, agitato… prova a sdraiarti, chiudere gli occhi e ascoltare. Potresti scoprire che il vero benessere non arriva dallo sforzo, ma dalla capacità di lasciar andare.